In caso di squilibri ormonali, sintomatici o scoperti durante esami medici di routine, oppure per patologie endocrine già accertate, è necessario rivolgersi allo specialista in endocrinologia.
Cos’è l’endocrinologia? È la branca della medicina che si occupa di diagnosi e cura di problematiche riguardanti le ghiandole endocrine, ossia secernenti ormoni. Tra queste le più frequentemente coinvolte sono la tiroide, il pancreas, le ghiandole surrenali, le paratiroidi, l’ipofisi e le gonadi. Lo specialista endocrinologo si occupa inoltre di malattie del metabolismo e di osteoporosi.
Cosa fa quindi lo specialista endocrinologo? Durante la visita raccoglie tutte le informazioni in merito alla patologia del paziente e, se necessario, può scegliere di integrare le informazioni in suo possesso con uno studio ecografico della ghiandola coinvolta o con altri accertamenti mirati. Per alcune patologie tiroidee sono disponibili alcune procedure mini-invasive a scopo diagnostico (biopsia, esame citologico, ago aspirato) o terapeutico.
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- Visita endocrinologica. Per identificare e trattare disturbi ormonali, problemi di crescita, alterazioni del metabolismo, diabete, disturbi tiroidei, disturbi del sistema riproduttivo e altre problematiche legate al sistema endocrino, è consigliata la visita endocrinologica. Si tratta di una consulenzae medica specializzata in cui un endocrinologo valuta e gestisce i potenziali problemi legati agli ormoni e alle ghiandole endocrine.
- Biopsia ecoguidata tiroide/collo. Si tratta di una procedura medica che utilizza l’ecografia per guidare l’ago durante il prelevamento di un campione di tessuto da un nodulo o da un’area sospetta nella tiroide o nel collo (biopsia). L’operazione ha come finalità quella di ottenere un campione di tessuto per l’analisi al microscopio, al fine di diagnosticare o escludere quadri patologici.
- Esame citologico e microistologico. Sono due tipi di analisi di campioni di tessuto prelevati per valutare la presenza di anomalie o malattie. Per quanto concerne l’esame citologico, le cellule vengono raccolte tramite raschiamento o prelievo con un ago sottile e quindi analizzate al microscopio. Per l’esame microistologico, invece, vengono prelevati piccoli frammenti di tessuto mediante biopsia o aspirazione con ago.
- Plicometria. È una tecnica utilizzata per misurare lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo (grasso) in diverse parti del corpo. I dati ottenuti vengono inseriti in formule matematiche per stimare il grasso corporeo totale e, successivamente, sono utilizzati per valutare la composizione corporea (ossia la quantità di grasso presente rispetto alla massa magra) e monitorare eventuali cambiamenti nel tempo.
- Valutazione impedenziometrica. Consiste nell’utilizzo di corrente elettrica a bassa intensità che viene fatta passare attraverso il corpo utilizzando elettrodi posizionati sulla pelle. La resistenza elettrica è influenzata dalla quantità di tessuto adiposo presente e permette di ottenere una stima approssimativa della percentuale di grasso corporeo, nonché altre misurazioni quali la massa magra e l’acqua corporea.
- Densitometria ossea per studio osteoporosi e densitometria total body per studio composizione corporea.
- Ecografia collo. Altro metodo diagnostico e valutativo estremamente utile è la procedura di imaging che utilizza ultrasuoni ad alta frequenza per visualizzare ghiandole e organi. Nel caso dell’ecografia al collo, è utile per esaminare le ghiandole tiroidee, per rilevare noduli, cisti, ingrossamenti o altre anomalie. Può anche essere utilizzata per valutare altre strutture del collo, come le ghiandole salivari o i linfonodi.
- Ecografia ghiandole salivari. Sempre con la tecnica ecografica, è possibile ottenere importanti informazioni sulle ghiandole salivari e sui tessuti circostanti. L’obiettivo è quello di valutare le dimensioni, la forma, la struttura e l’eventuale presenza di anomalie nelle ghiandole salivari.
- Ecografia linfonodale: Lo studio ecograficodei linfonodi (a livello del collo o in altri distretti) è utile in caso di tumefazioni o altri quadri patologici, e ci informa sulle condizioni delle ghiandole linfonodali. Permette di strudiare eventuali linfoadenopatie e valutare la natura reattiva o maligna delle stesse, spesso in associazione ad altri esami diagnostici.
- Ecografia paratiroidi. Questo esame ha l’intento di visualizzare le ghiandole paratiroidi (piccole ghiandole situate nella parte anteriore del collo, vicino alla tiroide), responsabili del controllo dei livelli di calcio nel corpo. Tale esame è utilizzato per valutare la dimensione, la forma e l’aspetto delle ghiandole paratiroidi. Lo scopo è quello di identificare eventuali anomalie o quadri patologici. Si tratta di una tecnica non invasiva e indolore che può aiutare i medici a diagnosticare disturbi a carico delle ghiandole paratiroidi, come l’iperparatiroidismo o la presenza di adenomi paratiroidei.
- Ecografia tiroide con eventuale elastosonografia. In combinazione tra loro, l’ecografia tiroidea tradizionale e l’elastosonografia, forniscono una visione completa della ghiandola tiroidea, consentendo ai medici di effettuare valutazioni più accurate e guidare le scelte cliniche per i pazienti con patologie tiroidee. Questo avviene misurando la rigidità o l’elasticità dei tessuti tiroidei, aiutando a distinguere tra tessuti normali e possibili aree patologiche come noduli sospetti e, contemporaneamente, quantificando la dimensione, la forma e la struttura e l’eventuale presenza di anomalie a livello della tiroide. Monitorare la funzionalità della tiroide è fondamentale poiché questa ghiandola svolge un ruolo cruciale nella regolazione del metabolismo, dell’energia e dell’equilibrio ormonale nel corpo. Cambiamenti nella sua attività possono influenzare vari aspetti della salute, compreso il peso, l’energia, l’umore e il funzionamento generale dell’organismo. Per questo rilevare tempestivamente eventuali anomalie, come noduli o alterazioni della funzione tiroidea, consente di intervenire precocemente e gestire eventuali problemi, evitando complicazioni più gravi.
