Cos’è l’Angiologia? Viene definita Angiologia quella branca della medicina che studia l’anatomia e la fisiologia di tutti i vasi, sanguigni e linfatici, e le loro patologie; nello specifico, la Flebologia si occupa del sistema venoso, la Linfologia del sistema linfatico; la Chirurgia Vascolare rappresenta la parte operativa dell’angiologia, come vedremo di seguito nel dettaglio.
La malattia venosa colpisce il 70% della popolazione occidentale con una frequenza nel sesso femminile tripla rispetto a quella del sesso maschile.
Cos’è l’insufficienza venosa? L’insufficienza venosa può andare dalla semplice presenza di capillari venosi dilatati con danno prevalentemente estetico (telangectasie, angiomi, couperose, angiomi stellari e rubini), fino alla dilatazione delle vene safene dei rami perforanti (varici); questo potrà provocare semplicemente alcuni sintomi fastidiosi (pesantezza, edema, prurito, bruciore, formicolio), come invece potrà dare origine a complicanze di varia gravità (erisipela, flebite, ulcera, emorragie, trombosi ed embolie).
In cosa consiste la visita? La visita presso lo Specialista Vascolare non si limiterà quindi ad un semplice esame clinico ed anamnestico con la ricerca di eventuali fattori predisponenti (famigliarità, fumo, ipertensione, ipercolesterolemia e/o ipertrigliceridemia, uso di estroesprogestinici, gravidanze, obesità, sedentarietà.), ma comprenderà una valutazione a 360°, con l’utilizzo di indagini quali l’eco-colordoppler, che permette di esplorare l’anatomia dei vasi, il loro decorso, la presenza di restringimenti (stenosi), dilatazioni (varici), ostruzioni (trombosi), di valutare la velocità del sangue al loro interno (flussi); verrà inoltre approfondita l’eventuale presenza di complicazioni (ematomi, emorragie, malattia tromboembolica), oltre a valutare la possibile evoluzione della malattia venosa ed il suo impatto sull’organismo.
L’esplorazione con eco-color-doppler consentirà di esplorare anche il versante arterioso del torrente circolatorio, potendo in questo modo evidenziare un’eventuale arteriopatia distale (aterosclerosi o arteriopatiaobliterante degli arti inferiori) o ancora un’arteriopatia del distrettocervico-cefalico (ricerca di stenosi carotidea o vertebrale) per una più efficace prevenzione della malattia ischemica cerebrale (ictus o TIA).
Uno sguardo particolare sarà rivolto al sistema linfatico, frequentemente correlato con una malattia del sistema venoso, e il cui malfunzionamento può determinare edemi degli arti sia superiori che inferiori (linfedema,linfo-flebedema); i disturbi del sistema linfatico possono insorgere in seguito a traumi, pregresse trombosi, dopo alcuni interventi di asportazione o irradiazione di ghiandole linfatiche per patologie tumorali (mastectomia, prostatectomia, isteroannessiectomia), possono essere legati alla presenza di patologie infettive (dermoipodermiti) ma in alcuni casi sono congeniti o idiopatici (senza causa evidenziabile).
Cos’è la chirurgia vascolare? La Chirurgia Vascolare rappresenta, come abbiamo detto, la parte operativa dell’angiologia, ponendosi come obiettivo terapeutico la “riparazione” dei difetti anatomici del sistema circolatorio; per quanto riguarda la malattia arteriosa si parlerà allora di stent, bypass, protesi vascolari, endoprotesi, endoarteriectomia.
Per quanto riguarda invece più specificamente la chirurgia venosa degli arti inferiori, malgrado i considerevoli progressi nella cura delle varici (vene varicose dilatate ed incontinenti, in particolare grande e piccola safena, le più frequenti), a livello europeo il 98% gli interventi sulle vene varicose viene ancora eseguito con una tecnica che risale al 1903, chiamata stripping; verso la fine degli anni 80 iniziarono a prendere piede la chirurgia conservativa (CHIVA), che non riscontrerà molto entusiasmo a causa della difficoltà d’esecuzione ed alla possibile incompletezza dell’atto operatorio, e la chirurgia termo-ablativa (LASER, radiofrequenze), che si basa sul principio della chiusura della vena tramite un processo di surriscaldamento che ne provoca la trombizzazione spontanea.
Anche se la chirurgia termo-ablativa è ancora poco utilizzata, essa offre di sicuro un miglioramento notevole rispetto alla chirurgia classica, compresa quella mini-invasiva. Lo scoglio principale è la dolorosità (correlata alle elevate temperature prodotte dal laser e dalle radiofrequenze), cherichiede l’esecuzione di un’anestesia, peridurale o locale molto estesa (infiltrazione perivenosa). Il post operatorio inoltre non è indenne da possibili complicanze infiammatorie e neurologiche (lesione del nervo safeno) e di recidive varicose (riformazione di vene.)
Da alcuni mesi è stato ammesso in Italia un rivoluzionario intervento, già validato in USA e in altri paesi europei (Regno Unito, Germania, Danimarca e Olanda); tale intervento, che è da considerarsi ablativo, utilizza un tipo particolare di colla biologica per la chiusura della vena dall’interno, in modo non invasivo e totalmente indolore.
Tale tecnica (coperta dal brevetto Venaseal-Sapheon di una delle maggiori aziende mondiali di tecnologia biomedica, la Medtronic, e sperimentato dal 2012) consiste nell’utilizzo di una colla altamente biocompatibile (cianoacrilato) appositamente modificata in modo da polimerizzare a contatto con il plasma e non creare reazioni avverse, cicatrici o indurimenti intravascolari; la colla arriva nelle vene interessate attraverso un catetere endoluminale; tale catetere, inserito con procedura ecoguidata e totalmente indolore, viene portato fino al punto della vena interessato dall’insufficienza o dalla varicosità; una volta depositata una minima quantità di colla, la vena viene compressa, sempre sotto controllo ecografico, per consentire la polimerizzazione del cianoacrilato e la chiusura definitiva della vena. Tutta la procedura è controllata istante per istante grazie all’utilizzo dell’ecografo, che consente la visualizzazione della vena lungo tutto il suo decorso, del catetere e della colla, così come consente di verificare in real-time l’avvenuta chiusura della vena.
Proprio la minima invasività della procedura consente di proporla anche a pazienti che assumono anticoagulanti, senza rischi e senza interruzione della terapia.
Questa tecnica permette inoltre l’immediata ripresa della mobilità, l’assenza di complicazioni, evita l’interruzione dell’attività lavorativa, e soprattutto non lascia cicatrici, non richiedendo incisioni della cute o procedure chirurgiche vere e proprie; in alcuni casi può essere consigliabile l’utilizzo di un monocollant antitrombo per alcuni giorni.
L’attuale statistica dimostra un netto miglioramento della risoluzione della malattia varicosa tramite questa tecnica VenaSeal rispetto alle altre tecniche ablative (laser e radiofrequenze), con un risultato del 98,9% di vena Seal contro 95% delle radiofrequenze e laser.
Cosa trovo al J|medical? Presso il Jmedical esiste ora un equipe specializzata nella realizzazione di questa tecnica, che promette di cambiare il panorama della chirurgia venosa.
L’equipe di Chirurgia endovasolare delle Varici del Jmedical , composto dal Dottor Jean Pierre Candido, chirurgo vascolare della facoltà di Parigi e Membro della Societé Française de chirurgie Vasculaire, e della Dottoressa Cristina Garrino, internista specializzata in procedure invasive ecoguidate ed in particolare in posizionamento di cateteri endovascolari, propone la risoluzione della malattia varicosa e delle sue complicanze tramite una tecnica innovativa completamente indolore, non invasiva, rapida, ambulatoriale e priva di effetti collaterali o reliquati quali cicatrici, parestesie o discromie cutanee.
Prestazioni angiologiche eseguite ambulatorialmente:
- Scleroterapia
- ScleroAngioLaser
- Laser
- Laser ulcere
- Schiuma (foam)
- Medicazione Ulcere
- Bendaggio vascolare
Prestazioni angiologiche eseguite in sala operatoria:
- VenaSeal (colla biologica)
- Chirurgia flebologica
- Flebectomia secondo muller
- Crossectomia
- Chirurgia Mini-Invasiva Vascolare
- Intervento Closure (radiofrequenze)
- Chirurgia delle vene perforanti
- ASVAL
- PRP ulcere
- Chirurgia ulcere
- Innesti di pelle